L’ascesa della conversazione visiva

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Nella maggior parte dei casi, in passato, si conversava o direttamente a voce, o indirettamente con la scrittura. Con l’avvento dei social media e degli smartphone, però, il visivo è diventato un elemento integrante delle conversazioni.

Ciò significa che un numero sempre crescente di conversazioni si svolgono ormai senza aver necessariamente bisogno di interazione vocale o testuale. In Giappone, l’uso considerevole di sticker sulla piattaforma LINE (l’equivalente giapponese di WhatsApp) si lega a un’antica tradizione di utilizzo dei cartoni animati – si pensi alla cultura manga. Gli anziani trovano che gli sticker siano un mezzo semplice e veloce per esprimere emozioni e vicinanza. I partecipanti alla ricerca di Laura hanno discusso di come gli sticker vengano utilizzati per dimostrare affetto per gli altri – ma anche per evitare di commettere errori imbarazzanti nella digitazione dei messaggi di testo. Questo perché, in Giappone, è importante mantenere la giusta atmosfera durante uno scambio comunicativo.

 

Nelle immagini qui in basso potete vedere alcuni esempi di sticker tratti dallo sticker store di LINE. Anpanman, uno dei personaggi raffigurati nel set, è presentato come un personaggio che può aiutare l’utente a chiedere scusa o ringraziare gli amici.

 

 

A Shanghai, quando due anziani si incontrano, la frase di apertura della loro conversazione potrebbe facilmente essere: “Hai visto quel video sulla salute che ti ho condiviso?” Questo perché, in Cina, inviare brevi video sulla salute è una pratica che si è diffusa rapidamente negli ultimi anni, e attualmente gran parte dei pensionati guarda almeno un paio di video al giorno. Può trattarsi di filmati che mostrano come massaggiare un punto particolare vicino alla caviglia per curare la sciatica e l’artrite, o video su quale dieta seguire in situazioni particolari. Con una durata che varia da 10 secondi a 2 minuti, sono file abbastanza piccoli da essere inviati come messaggi visivi incorporati nelle conversazioni quotidiana degli utenti di WeChat (l’app di messaggistica – e non solo – più popolare in Cina).

A Shanghai, quando due anziani si incontrano, la loro frase di apertura può facilmente essere: “Hai visto quel video che ti ho condiviso?” L’elemento visivo è particolarmente importante anche per esprimere affetto e fornire una forma di assistenza alle persone che vivono lontano.

Nelle vignette qui sotto incontriamo Hiro-san, un uomo sulla 50ina che riconosce l’utilità dello smartphone, ma ritiene che il proprio stile di comunicazione non sia adeguato a ciò che ci si aspetta da lui quando utilizza lo smartphone. In primis, ama scrivere messaggi lunghi, quasi fossero delle email, ma si rende conto che è uno stile comunicativo che non si adatta agli scambi rapidi e scorrevoli tipici di LINE. Inoltre, non gli piace sentire la pressione di dover rispondere immediatamente, né che gli altri possano vedere quando ha visualizzato i messaggi (dettaglio che rende ancora più gravoso dover rispondere rapidamente per non sembrare maleducato). In risposta a tutto questo, Hiro-san sviluppa un proprio modo di gestire la pressione attraverso una sorta di alter ego ‘tartaruga’, come ama chiamarlo. Nelle ultime vignette del fumetto, vediamo Hiro-san indossare un costume da tartaruga sopra il suo abito nero da lavoro. Ispirato a un partecipante giapponese, alla fine il personaggio di Hiro-san è felice di aver trovato un suo stile di messaggistica, caratterizzato dalla lentezza nel rispondere e dall’utilizzo di messaggi lunghi.

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